Marco Crespi, coach di Siena. Ciam-Cast

"Voglia di divertirsi, giocando insieme, comunicando". Più volte Marco Crespi, nuovo coach promosso in estate dopo l'anno da vice di Luca Banchi, ha sottolineato con queste parole l'impronta intorno a cui doveva nascere e crescere la sua nuova Siena. Che è la squadra che nell'albo d'oro ha vinto gli ultimi sette scudetti e le ultime cinque edizioni di Coppa Italia, ma di cui non si può ignorare il crollo verticale del budget all'alba di questo ultimo anno con lo sponsor Montepaschi: rimasta vincente un anno fa quando aveva dimezzato le risorse, adesso che ha ridotto di otto-dieci volte le disponibilità rispetto a un paio di anni fa cambiano necessariamente le prospettive. Almeno quelle di partenza.

QUALITÀ-PREZZO — Poi sul mercato il g.m. Ferdinando Minucci ha costruito sulle indicazioni di Crespi una squadra dall'elevato coefficiente qualità/prezzo, giocando sia sul credito acquisito negli anni come trampolino di lancio per le ambizioni dei giocatori, che sulla vetrina da offrire loro in Eurolega (quest'anno le gare interne saranno a Firenze per un compromesso trovato con gli organizzatori, dopo cinque anni in deroga nel palazzetto senese non più in regola). "Orgoglio. L'entusiasmo non si dimostra a parole ma coi fatti, tutti questi giocatori l'hanno dimostrato coi fatti, e questa anche per me è una motivazione in più", ha detto Crespi al canale ufficiale del club, Msb Tv.

Daniel Hackett, stella della Mens Sana Siena. Ciam-Cast

CERTEZZE — Siena riparte da due garanzie: Tomas Ress, promosso capitano dopo l'addio a Marco Carraretto, e Daniel Hackett, mvp uscente della Coppa Italia e della finale scudetto che in estate ha rifiutato Milano per meglio preparare l'ambìto sbarco in Nba, e stella designata. Intorno all'altro confermato Benjamin Ortner, le altre certezze sono l'ex trevigiano e fortitudino Spencer Nelson come secondo lungo, l'ex Sassari Othello Hunter vicino a canestro, l'oriundo alla sesta incarnazione italiana Jeff Viggiano dalla panchina, così come paiono destinati a un impatto solido altri due giocatori con esperienza europea come l'ex San Pietroburgo Josh Carter in ala piccola e l'ex biellese Taylor Rochestie, soprattutto se impiegato da regista di rincalzo come durante il precampionato. In rampa di lancio il 23enne esterno David Cournooh.

FATTORE X — Le scommesse, in puro stile Crespi, sono invece legate ai due giocatori che non hanno mai giocato da questa parte dell'Oceano, e soprattutto al loro adattamento a un basket diverso: la 25enne guardia da Missouri Kim English, che ha salutato la Nba dopo un anno a Detroit, e la 22enne combo Erick Green, appena scelto al secondo giro da Utah (e girato a Denver) dopo aver chiuso la carriera collegiale da capocannoniere Ncaa con la maglia di Virginia Tech. Con gerarchie ancora da definire, o probabilmente flessibili per tutto l'anno, si giocano il posto di guardia in quintetto e quello di guastatore dalla panchina. "Entrambi arrivano con la volontà di far bene in testa per dimostrare in futuro di avere un ruolo in Nba – ha detto Crespi –. Kim English è un giocatore aperto, di un'intelligenza brillante e di un modo di giocare che coinvolge gli altri. Green è più riservato ma con un tocco che può risolvere tante situazioni di gioco: gli altri vedranno a lui come un risolutore". Inevitabile che dal loro impatto passi buona parte delle ambizioni senesi di mettere insieme una stagione di nuovo al di sopra delle aspettative.

SUPERCOPPA — Il primo banco di prova ufficiale, già distante meno di una settimana, è la Supercoppa con Varese, fresca di eliminazione dai preliminari di Eurolega. Le squadre si sono già sfidate in precampionato due volte, con doppio successo senese. Un anno fa la Montepaschi interruppe la striscia di 13 trofei italiani consecutivi perdendo la Supercoppa con Cantù: doveva essere la fine di un'era e invece rimase un episodio. Battuta in finale di Coppa Italia e in semifinale playoff, l'avversaria stavolta è Varese, dominatrice l'anno scorso della regular season. Appuntamento martedì 8 ottobre alle 20.30 al PalaEstra di Siena, i biglietti (da 23 a 53 euro il costo dei tagliandi interi) sono in vendita presso l'impianto e sul sito www.ticketone.it.

Luca Dalmonte, nuovo tecnico dei Roma. Ciam/Cast

È la squadra vicecampione d’Italia, quella che la scorsa stagione è stata l’autentica sorpresa del campionato. Roma si presenta abbastanza rinnovata, a partire dalla guida tecnica: via Marco Calvani, adesso c’è Luca Dalmonte. Ma, soprattutto, non ci sarà Gigi Datome. "Sarà un’Acea capace di mostrare tante facce anche nella stessa partita grazie a un gruppo di giocatori capaci di coprire un doppio ruolo, tutti decisivi ma nessuno insostituibile". Dalmonte ha preso possesso della sua nuova squadra solo una settimana fa, dopo l’esperienza in Nazionale come vice di Simone Pianigiani. "Ho ereditato dalla passata stagione un risultato sportivo di alto livello ma anche il dovere di dare seguito alle emozioni che quella esperienza ha regalato ai tifosi romani - ammette il tecnico - . Bisogna trasformare al più presto un gruppo di giocatori in una squadra con un sistema di gioco preciso".

LA SQUADRA — Già diversi, i problemi da affrontare e risolvere al più presto. Phil Goss salterà questa settimana per un risentimento alla schiena, Trevor Mbakwe (il sostituto di Lawal) è tornato negli Stati Uniti per sbrigare le pratiche del visto, Bobby Jones è ancora in attesa del passaporto dominicano (e se non arriva a breve si dovrà pensare a un’alternativa), Jordan Taylor ha ripreso da pochi giorni. Proprio il playmaker è il nodo cruciale della questione: è rientrato dalla Summer League con un problema all’anca che sembra però in via di definizione. "È appena al 25% della condizione, mettendoci anche il livello di inserimento nel sistema – ammette Dalmonte –. Ma questo non può essere un alibi: la squadra deve essere al massimo a prescindere da lui". Perderlo sarebbe un dramma, ma a quest’eventualità Roma neppure vuol pensarci. Intanto sembrano già in palla tre volti nuovi: Quinton Hosley, il numero tre titolare, il vice di Mbakwe Callistus Eziukwu e Jimmy Baron, tiratore pazzesco, di cui si dice un gran bene. L’esordio in campionato sarà in trasferta contro Montegranaro, quello in Eurocup si saprà sabato, quando a Barcellona ci sarà il sorteggio dei gironi.

Daniel Hackett, 25 anni, è alla seconda stagione a Siena. Lapresse

Martedì parte la stagione con la Supercoppa. Un anno fa, la sconfitta di Siena con Cantù pose fine alla striscia 13 trofei italiani vinti di fila. L’era della Montepaschi sembrava conclusa. Invece… "Come allora siamo un gruppo nuovo - dice Daniel Hackett -. Il primo trofeo dell’anno è prestigioso, ma dice poco del futuro. Il gruppo lavora, ha voglia di crescere. Ma molti sono nuovi per l’Italia, spetta a noi far capire che ogni partita è importante. Mi piacciono i big match e con Varese c’è una rivalità sentita, visto quanto successo negli scorsi playoff: sarà battaglia".

Fisicamente come sta?

"Molto molto bene, sono molto più avanti rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’infortunio? E’ alle spalle. Avevo una lesione di un centimetro al tendine di Achille, si era formata una borsa di liquido che non mi permetteva di giocare senza dolore, la guaina si era inspessita e il tendine era a rischio: quando il dottore che operò Zanetti mi ha detto che eravamo 50-50, ho deciso che era meglio fermarmi".

Perciò niente Nazionale. Ma mentre l’Italia era all’Europeo lei era in campo con Siena.

"Fare 10-15 minuti di un’amichevole è diverso da giocare un Europeo, tutti i giorni. Quei minuti erano parte della riabilitazione, ma a livello fisico, mentale e di condizione non ero al top: occupare una posizione non era giusto verso chi si era allenato un’estate intera con la Nazionale".

Tempi di recupero due mesi. Ma la stagione è finita il 19 giugno. Poi?

"Siamo partiti tardi perché ho voluto prendermi un periodo per dare al mio corpo la possibilità di recuperare senza usare ferri e operazioni. Ma dopo due settimane di riposo la situazione era ancora critica".

Ha fatto le staminali?

"No. Non mi sono sottoposto ad alcun tipo di operazione, altrimenti non sarei arrivato a Siena i primi di agosto per la riabilitazione".

E’ vero che non rispondeva al telefono, se non tramite agente?

"Non ho commenti".

Si è detto: Hackett non tiene alla Nazionale.

"Dico solo che alle qualificazioni 2012 io c’ero: stavo bene e ho giocato".

Come ha visto la Nazionale?

"Un bellissimo gruppo che ha giocato una bellissima pallacanestro, ha mosso il pallone, ha difeso come una vera squadra. Grande credito a Pianigiani per aver fatto il possibile finché c’è stato l’ossigeno: abbiamo pagato le tante partite in pochi giorni e qualcosa in termini di esperienza".

Siena giocherà l’Eurolega a Firenze. Lei vive di rivalità, a Siena c’è chi non ha preso bene le sue foto in maglia Fiorentina.

"È un progetto diverso che va preso con le pinze. La decisione di giocare là è solo per aiutare la società a superare un momento di difficoltà e trovare sponsor. Siamo consapevoli di essere la Mens Sana Siena, so che i tifosi soffriranno un po’, ma il campionato lo faremo a Siena e questo conta".

Parla quasi da dirigente.

"Perché ne sono stato reso partecipe. Minucci sta facendo di tutto per il bene della società, anche io lo voglio e ho fatto una grossa rinuncia economica pur di restare: può essere il mio ultimo anno in Italia, ci tengo a fare le cose per bene".

In estate era tutto apparecchiato per Milano. Perché ha rifiutato?

"Sono stato lusingato dalle avances di coach Banchi, ho avuto per un momento il desiderio di continuare con lui e Danesi che sono stati fondamentali per me, ma quando si è aperto un varco a Siena non ci ho pensato due volte. Più che un rifiuto è stata la scelta difendere quanto vinto nel 2013 e chiudere qua la mia esperienza italiana".

Ha fatto la stessa scelta di Datome un anno fa?

"Nel 2014 sarò free agent, avrò fatto il mio dovere a Siena e spero di avere possibilità in America. Altrimenti vediamo all’estero, ma sono scaduti quei 5 anni in Italia che mi predisse un g.m. americano ai tempi del draft. Credo che già quanto fatto l’anno scorso sia un ottimo biglietto da visita, voglio migliorare ancora: per completare la maturazione sarà importante giocare con più continuità, mostrare più sicurezza in regia e forse nel tiro da fuori".

L’ambizione Nba collide con la Nazionale tra un anno?

"Certamente si oppongono a livello di date, ma è presto per parlarne. Già altri in passato hanno saltato le qualificazioni per cercarsi un contratto. E’ giusto che tutti abbiano il diritto di scegliere a livello personale".

Tre giocatori rimasti: Alessandro Gentile, Nicolò Melli e Keith Langford, poi un’EA7 Milano tutta nuova a partire dal coach Luca Banchi. E’ quella che sta lavorando al completo per la prima volta anche se i problemi fisici concentrati tutti in un ruolo, quello di ala forte, la stanno ancora facendo viaggiare non al massimo potenziale. "Appena sono arrivati dalla Nazionale Gentile e Melli s’è fermato Kangur" dice il tecnico campione d’Italia, ricordando come l’arrivo dell’ala estone è nata per toppare un’evidente emergenza in quel settore. Angelo Gigli sta ancora lavorando col preparatore atletico a parte, CJ Wallace è lontano da una forma accettabile. "Prepariamo il campionato con sole due settimane di allenamenti al completo — dice Banchi — e questo un po’ ci penalizza nei confronti di altre squadre che hanno avuto un percorso più lineare in precampionato. Siamo consapevoli dell’importanza di partire bene".

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Luca Banchi è al debutto sulla panchina di Milano. Ciam/Cast

ESTERNI D'ASSALTO— Nuova è la regia con Curtis Jarrells e MarQuez Haynes. Il primo s’è fermato per qualche giorno dopo un buon inizio e sta faticando un po’ a riprendere il ritmo in un ruolo fondamentale e che, nel passato, ha sempre rappresentato un problema per l’Olimpia. Il ritorno di Gentile finalmente completa il settore di maggior potenzialità e talento di Milano, quello delle guardie-ali con David Moss e Keith Langford, dove l’anno scorso partì il cortocircuito per la difficile chimica dell’azzurro e Langford con Malik Hairston, potenziale da Nba ma rimasto ad allenarsi con le giovanili del club da fuori rosa nonostante un contratto superiore al milione di dollari ancora da piazzare (ultime offerte dalla Cina, non gradite). Se sotto canestro il buon impatto di Samardo Samuels fa sperare di cancellare i problemi avuti con i pivot nelle ultime stagioni, è Moss l’uomo chiave del progetto di Banchi, non solo perché completa i due attaccanti di maggior talento ed è il miglior difensore del campionato.

Langford e Gentile: l'EA7 riparte da loro. Ciam/Cast

CHIMICA CERCASI — La trasmissione dello spirito dei sei volte campioni d’Italia di Siena di Milano passa attraverso la qualità dei suoi allenamenti, dove David non molla mai, dall’inizio alla fine, provocando un effetto domino nella migliore tradizione senese. "Ci stiamo allenando da un paio di giorni con Alessandro e Nicolò - dice - e questo lo considero il nostro vero inizio. Ora andiamo in Polonia per un torneo e quello sarà un bel barometro della nostra condizione: quando una squadra è nuova come la nostra, la cosa più importante è trovare una buona chimica il più in fretta possibile perché è la cosa che ti fa vincere. L’impatto è stato buono, dovremo aspettare le partite vere per sapere la verità ma in allenamento anche i nuovi in Italia come Jarrells e Samuels hanno dimostrato di avere l’intensità e lo spirito per poter competere e farci vincere".

Rasa al suolo e ricostruita dalle fondamenta dal nuovo Direttore Sportivo Bruno Arrigoni, la Virtus del post-Sabatini riparte dal capitano più giovane della Lega A. E’ il diciannovenne Matteo Imbrò il successore di Peppe Poeta, che resta in cerca di una squadra e di una transazione con il club bianconero (che non vuole più accollarsi l’oneroso contratto del playmaker campano). Anche l’altro azzurro Gigli non rientrava più nei piani di una società che ha cominciato la stagione del rilancio con il forzato contenimento dei costi. Dopo una stagione da dimenticare, chiusa al terzultimo posto, ad ancorare le Vu nere ad un passato glorioso sono il Presidentissimo Renato Villalta e lo sponsor Granarolo, lo stesso di 30 anni fa e dello scudetto della stella con lo stesso Villalta capitano.

Matteo Imbrò, classe 1994, nuovo capitano. Ciam/Cast

GIOVANI E DINAMICI— Oltre a Imbrò sono rimasti solo lo svedese Viktor Gaddefors ed i giovani di belle speranze Simone Fontecchio e Aristide Landi, centro classe ’94 da poco virtussino al 100% dopo il riscatto della metà del cartellino appartenente a Siena. Sarà una Virtus dinamica e con tanti punti nelle mani, affidata alla guida dei folletti americani Casper Ware e Dwight Hardy, che oltre alla velocità e alla prolificità hanno in comune anche la nomina a Mvp della Lega Due (Ware quest’anno a Casale Monferrato, Hardy nel 2012 a Pistoia). A completare il trio di cecchini d'oltreoceano è Matt Walsh, globetrotter che ha cambiato ben 13 squadre negli ultimi 7 anni dopo un paio di presenze nei Miami Heat.

Luca Bechi dirige un time out al recente Trofeo Porelli. Ciam/Cast

LUNGHI ESOTICI — Sotto i tabelloni il coach Luca Bechi punta sulla stazza del duo caraibico composto da Shawn King (lungo classe ’82 di Saint Vincent e Grenadine con tanta esperienza maturata in Europa tra Slovenia, Ucraina, Bielorussia e Francia) e Jerome Jordan, 2.15 giamaicano ex Knicks che torna nel Vecchio Continente dopo una breve parentesi in Serbia a Vrsac nel 2010-11. Arriva poi dall’Australia l’ala forte Brock Motum, talentuoso 22enne, dotato anche di buon tiro, uscito in primavera dalla Washington State University. Ad aumentare il tasso di freschezza della giovane Virtus saranno Corrado Bianconi (guardia-ala di scuola Virtus Siena) e Federico Guazzaloca, altro innesto dall’Under 19 campione d’Italia per il secondo anno di fila e di nuovo compagno di squadra di Imbrò, Fontecchio e Landi.

PROMESSE E MIRAGGI — “Le promesse non mi piacciono e non è il caso di farne nello sport, ma ce la metteremo tutta e daremo l’anima per questi colori. Vogliamo riempire il palasport di Casalecchio grazie al nostro lavoro e alle nostre vittorie” auspica Bechi, a cui Villalta chiede di riportare subito la Virtus nei playoff prima di tentare di stabilizzarsi di nuovo nei quartieri alti della classifica e di puntare in un futuro non troppo lontano allo scudetto numero 16, per ora ancora un miraggio. Come ama dire il Presidente bianconero, sognare non costa niente.